Uno strumento efficace nella terapia e nella riabilitazione delle dipendenze, un nuovo approccio ai percorsi terapeutici. L’applicazione della classificazione Icf, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’ambito delle dipendenze patologiche è stata al centro del corso di formazione, che si è svolto da marzo a ottobre presso il centro di Spello del Cast Assisi Onlus, al quale hanno partecipato operatori delle strutture pubbliche e delle comunità terapeutiche private dell’Umbria. Un’iniziativa voluta fortemente dal Cast Assisi Onlus che per primo in Umbria e in Italia ha creduto nell’efficacia di questo strumento. “Abbiamo ritenuto che questo fosse il modo più giusto di proseguire nel percorso formativo del nostro staff – ha detto il presidente Emidio Mattia Gubbiotti – lavorando con il servizio pubblico e la Regione per progettare insieme i nuovi metodi di lavoro e di approccio alle dipendenze”. Lo scorso 26 ottobre l’ultima tappa del percorso formativo nella quale i partecipanti hanno analizzato i risultati ottenuti nell’applicazione del metodo Icf.
“Un metodo innovativo – spiega Luciano Pasqualotto dell’Università di Verona – perché sposta l’attenzione dalla condizione patologica propria dei pazienti al fatto che loro, nonostante questa condizione, possano avere una vita dignitosa e di qualità. La parola che segna la svolta è funzionamento. Si lavora per migliorare il funzionamento delle persone ovvero fare in modo che ogni persona che abbia una dipendenza, una disabilità o altre fragilità sia messo nelle condizioni di avere opportunità di fare quello che fanno gli altri e farlo in un contesto inclusivo, quindi con gli altri. Questo corso – aggiunge – segna un momento unico in Italia dove tutta una regione si mette a ragionare sulla possibilità che questo approccio possa segnare la pista da qui al futuro per il lavoro con le dipendenze. In questo senso va dato merito alla Regione di aver coinvolto tutte le strutture pubbliche e private ma soprattutto al Cast di essersi assunto l’onere di questa organizzazione e di averci creduto per primo”.
A spiegare come cambia l’approccio degli operatori al progetto terapeutico è Paolo Piergentili, Direttore dell’unità operativa complessa Accreditamento e contratti, qualità ed esiti dell’Azienda Ulss 3 di Venezia. “Invece di andare avanti per attività routinarie – dice – questo strumento consente di personalizzare l’intervento lavorando per uno o più obiettivi da perseguire. Questa presa in carico ha bisogno di un’analisi dei bisogni, del contesto, del modo di essere, delle prospettive a cui l’icf è molto funzionale anche per vedere come prosegue l’episodio assistenziale. Ma soprattutto con questo metodo possiamo misurare in modo oggettivo e condivisibile con un contesto più vasto, la famiglia, il Sert, il contesto sociale, quello che si fa con quella persona”.
“Un percorso molto interessante nato dalla proposta del Cast – ha sottolineato Angela Bravi della direzione Salute e Welfare della Regione Umbria – e il primo elemento importante è proprio la modalità con cui è nata la proposta ovvero il tentativo di evoluzione del sistema partendo dall’interno. Tutto questo rappresenta un’occasione importante per la Regione e la proposta Icf Dipendenze risponde a un bisogno avvertito e per cui cercavamo risposte. Questo è uno strumento idoneo, opportuno che ha presupposti di efficacia grazie a una impostazione multidisciplinare che non si esaurisce in un singolo servizio elemento centrale”.
Per approfondimenti www.icf-dipendenze.it